Le ordinanze antialcol e antivetro: uno studio scientifico.

Perché i sindaci ricorrono sempre più spesso alle ordinanze per governare i comportamenti sociali che riguardano le loro città? Quali sono le motivazioni sociali, giuridiche e politiche che li spingono a utilizzare questo strumento? Uno studio originale analizza, spiega e approfondisce in maniera rigorosa questo tema di grande attualità e rilevanza mediatica.

È sotto gli occhi di tutti, grazie anche all’intensa amplificazione mediatica, il frequente ricorso da parte dei sindaci delle grandi e piccole città italiane allo strumento delle ordinanze “anti-alcol” o “antivetro” per gestire le emergenze e le criticità create dalle Movide. La scelta di impiegare questi strumenti è motivata da ragioni di sicurezza, ordine pubblico e degrado legate alla concentrazione di persone in luoghi di divertimento in cui è possibile acquistare e consumare bevande alcoliche ed ha lo scopo dichiarato di ridurre l’impatto di incidenti, potenziali reati o effetti indesiderati in zone specifiche dei centri urbani o dell’intero territorio cittadino. Uno studio, curato all’Università di Venezia dai professori Gargiulo e Avidano, approfondisce in maniera originale i presupposti giuridici e sociologici dello strumento ordinanze. L’analisi empirica effettuata dai due autori riguarda cinquantacinque ordinanze sindacali emanate in trentaquattro città italiane tra il 2016 e il 2018. Lo studio individua le motivazioni socio-giuridiche e politiche dei sindaci che fanno ricorso alle ordinanze e analizza il sistema di divieti e sanzioni proposte.

Pubblicato da paola baraldi

Fonte: Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol

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