UNA BIRRA PER LA PACE

Una piccola Oktoberfest in Palestina, per bere insieme una birra e dimenticare la guerra La Stampa ha pubblicato lo scorso 06 ottobre una notizia che ci fa piacere riproporvi, quella di un insolito incontro di pace attorno alla birra. Si è svolto infatti sabato 03 e domenica 04 ottobre un Ocktoberfest in miniatura in Palestina, a Taibeh, l’unico villaggio palestinese interamente cristiano, dove è iniziata una “resistenza pacifica all’occupazione israeliana” e la strategia del convivio si è radunata attorno alla birra. È stata questa la 5ª edizione della festa palestinese, condita da danze, musiche, prodotti artigianali locali, falafel e spiedini. Hanno partecipato, mischiandosi allegramente, cristiani e palestinesi venuti da Gerusalemme, Ramallah e dai Territori occupato.

La birra ha conosciuto grandi fasti in Medio Oriente 5000 anni fa, ma la storia recente comincia nel 1995 quando venne spillata la prima birra prodotta in Palestina nella birreria della famiglia Khoury. Loro, come molti cristiani, si trovarono ad emigrare vedendo che gli accordi di pace erano una meta lontana. Fecero ritorno poi nel 1993, dopo la firma degli accordi di Oslo, sperando in una nuova era di pace, e investirono nella produzione di birra palestinese. Mantenere viva l’attività costa fatica e determinazione, i tini in acciaio provengono dagli Stati Uniti, i malti da Francia e Belgio e la distribuzione deve fare quotidianamente i conti con i posti di blocco e lo stato di guerra. In compenso la Taibeh produce 600 mila litri all’anno ed è la birra più bevuta di Ramallah.
Sul palcoscenico della festa si sono alternati artisti e musicisti brasiliani, tedeschi, inglesi e palestinesi, che hanno seguito i discorsi ufficiali.

Nel parlare di birra come oggetto pacificatore e motore di incontri e convivi, non possiamo non ricordare il risalto mediatico che questa bevanda ha avuto la scorsa estate in occasione di quello che è stato chiamato proprio “vertice della birra”, quando Baraci Obama, presidente degli Stati Uniti, ha voluto riunire attorno ad un tavolo per bere con il professore nero di Harvard Henry Louis Gates ed il poliziotto bianco James Crowley che il 16 luglio lo ha arrestato dopo averlo scambiato per un ladro. “Spero che un giorno impareremo a conoscerci meglio, come abbiamo cominciato a fare oggi grazie alle birre con il presidente Obama” dichiarò il professor Gates al termine dell’incontro. “Quel che ci unisce è più forte di quel che ci divide”, disse Obama.

Quale che sia il pretesto, ci piace pensare alle infinite possibilità che possono nascere alla fine di un incontro, e alle strade che da esso possono aprirsi.

Fonte: La Stampa, Copyright Le Monde

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