È possibile che Gesù abbia trasformato l’acqua in birra e non in vino per dissetare gli invitati alle Nozze di Cana? E che fosse colmo di birra e non di vino il calice che offri ai suoi discepoli durante l’ultima cena? La coraggiosa tesi non è campata in aria ma nasce dall’interpretazione dei testi sacri da parte di alcuni studiosi.
La tesi può sembrare sacrilega ma è certamente affascinante per gli appassionati di birra. Mettere in discussione una bevanda come il vino che nella nostra cultura e nella nostra religione è cosi carico di significati simbolici e rituali sembra quasi impossibile. Eppure un esame attento e senza pregiudizi delle sacre scritture potrebbe rivelare qualche sorpresa a chi volesse approfondire la questione. Sono numerose infatti le citazioni bibliche che riguardano una bevanda alcolica fermentata che con molte probabilità era proprio la birra. Ovviamente nei testi sacri non si utilizza certo esplicitamente il termine birra, ma si parla di una generica “bevanda inebriante”. Secondo numerosi studiosi biblici l’espressione “bevanda inebriante” deriverebbe dall’ebraico “shekhar” indicando una bevanda ottenuta dalla fermentazione alcolica di cereali, soprattutto l’orzo, molto diffuso e coltivato all’epoca, e talvolta dai datteri. Di fatto proprio una birra. Secondo un’ipotesi suggestiva formulata dallo studioso americano Robert Best nel suo libro Noah’s Arc and the Ziusudra Epic, alle Nozze di Cana, Gesù non avrebbe trasformato l’acqua in vino, ma in birra. L’ipotesi è molto probabile visto che all’epoca in quell’area geografica la birra era sicuramente più diffusa e consumata del vino che non era, invece, così facile da reperire. Sembra inoltre che nella prima versione della Bibbia, scritta in aramaico si parli solo di una “bevanda forte” senza utilizzare il termine “vino” che nelle traduzioni successive fu invece scelto perché il vino era ritenuto una bevanda più nobile ed elitaria della plebea e popolare birra.
Pubblicato da paola baraldi
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