Insufficienza Cardiaca e Morte Cardiaca Improvvisa: bere moderato protegge
Qual è il rapporto tra consumo moderato di alcol e il rischio di essere colpiti da insufficienza cardiaca? E ancora: l’alcol può rappresentare una protezione per la morte cardiaca improvvisa?
Se lo sono chiesto i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston che hanno voluto vederci chiaro in merito ad un argomento ancora poco esplorato, come è il caso dell’insufficienza cardiaca. Sebbene infatti non manchino lavori sull’associazione tra bevitori “pesanti” e la cardiomiopatia, poco si sa sull’effetto che l’alcol bevuto in moderazione ha sul rischio di insufficienza cardiaca, una patologia frequente negli individui più anziani e che ha anche alti costi di trattamento. Il team composto da noti ricercatori sul tema alcol e salute come Padilla, Gaziano e Djoussè ha messo insieme sei studi per effettuare una metanalisi (1) in grado di mettere in relazione i diversi tipi di consumo alcolico e l’incidenza della patologia.
I soggetti sono stati divisi in due categorie in base al consumo alcolico: astemi ed ex bevitori, da una parte e bevitori non frequenti e bevitori regolari (fino a un massimo di poco più di 2 unità alcoliche al giorno). Rispetto ad astemi ed ex-bevitori il rischio di tutte le classi di bevitori moderati oscillava tra il 10 e il 22 percento in meno.
Il precedente
Ma i ricercatori di Boston non sono nuovi a questo tipo di indagine. Già qualche tempo fa si erano confrontati con lo stesso argomento in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Circulation (2). In quell’occasione Djoussé e Gaziano avevano analizzato il rapporto tra consumo di alcol e incidenza di casi di insufficienza cardiaca nel celebre Physician’s health study, uno studio che ha reclutato oltre 20mila medici statunitensi. Ricordando come ricerche precedenti non abbiano trovato forti associazioni tra questa patologia e il consumo di bevande alcoliche, i due studiosi hanno deciso di approfondire meglio questo tipo di relazione.
Dai dati del primo Physician’s health study infatti è venuto fuori che i bevitori pesanti farebbero meglio a rivedere il proprio rapporto con l’alcol, visto che anche in questo caso viene confermata una più alta incidenza di cardiomiopatia. Ancora buone notizie invece per chi consuma alcol moderatamente. Stando ai dati, due drink al giorno di birra o vino sono in grado di tenere a bada l’insufficienza cardiaca con una prevalenza di casi più bassa rispetto a chi invece si concede un bicchiere meno frequentemente. Dopo circa 18 anni di follow-up, lo studio ha registrato oltre 900 episodi di insufficienza cardiaca. Rispetto agli astemi, il rischio era invariabilmente ridotto nei bevitori moderati, con valori compresi tra il 10 percento in meno per chi consumava da 1 a 4 drink a settimana e il 16 percento in meno nella fascia 5-7 drink a settimana, fino ad arrivare ad un meno 38 percento di riduzione del rischio per chi si concedeva poco più di un bicchiere al giorno (più di 7 bicchieri alla settimana). Non è stata registrata invece nessuna associazione favorevole tra consumo moderato di alcol e incidenza di insufficienza cardiaca in persone senza precedenti eventi coronarici. “ E’ probabile – spiegano gli Autori – che l’effetto benefico dell’alcol moderato si eserciti primariamente sulla patologia coronarica e di conseguenza sull’insufficienza cardiaca”.
Buone notizie anche per le donne
Rimanendo nell’ambito della prestigiosa università di Boston, troviamo un’altra ricercatrice impegnata a studiare gli effetti dell’alcol sulla morte cardiaca improvvisa nelle donne. La risposta femminile a Djoussé e compagni è Stephanie Chiuve, anche lei ricercatrice del Brigham and Women’s Hospital che ha analizzato i dati del Nurses’ Health Study con le sue oltre 80mila donne arruolate (3). Questa volta i riflettori sono stati puntati sul rischio di morte cardiaca improvvisa, sulla quale si sa abbastanza nella popolazione maschile ma molto poco per quanto riguarda le donne. Nello studio sulle infermiere americane, la Chiuve ha scoperto che bere alcol regolarmente e in piccole quantità può rappresentare una protezione contro la morte improvvisa anche per le donne, generando di fatto la famosa J-curve,. In altre parole, la protezione maggiore, rispetto alle donne astemie, è stata riscontrata nella fascia di consumo di circa un drink al giorno (più o meno i 330 ml di birra) con una riduzione del rischio pari al 36 percento, per poi risalire una volta superati i 30 grammi quotidiani di alcol, che si associava ad un aumento del rischio stimato nel 15 percento in più. “Le donne che scelgono di bere alcol dovrebbero farlo limitandosi a un drink al giorno. È a queste dosi infatti che abbiamo riscontrato i benefici maggiori” ha dichiarato la ricercatrice.
Marialaura Bonaccio
Giovanni de Gaetano
Università Cattolica di Campobasso
Fonti:
– Studio Chiuve: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20638933
– Metanalisi Padilla: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20959700
– Paper circulation http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17130341