Parkinson e birra: berla in moderazione riduce il rischio

Lo dice uno studio americano condotto su 300mila persone.
scienza2-gen2014Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer, interessano sempre più ampie fasce della popolazione soprattutto anziana. Il fenomeno è comprensibile, dal momento che l’aspettativa di vita si è notevolmente allungata, e il numero delle persone con Parkinson è destinato a raddoppiare nei paesi più popolati nei prossimi 25 anni. Solo in Cina, ad esempio, è previsto un aumento da 2 a 5 milioni entro il 2030.


Ed è proprio questa allarmante diffusione, che in Italia ha un costo annuo di oltre due miliardi di euro, a spingere gli scienziati a cercare nuovi alleati contro l’insorgenza di questo tipo di patologie. Un gruppo di ricercatori ha recentemente analizzato dati relativi ad oltre 300mila persone che dal 1995 hanno partecipato ad un grande studio di popolazione focalizzato principalmente sul binomio tra abitudini alimentari e salute.
Tra le informazioni raccolte, gli studiosi si sono concentrati sul consumo di alcol che è stato messo in relazione con l’insorgenza del morbo di Parkinson; negli anni di osservazione questa condizione patologica ha interessato circa mille soggetti. Dalle indagini eseguite, è emerso che il consumo totale di bevande alcoliche non ha alcuna relazione con il rischio di essere colpiti dal Parkinson . Ma quando i ricercatori si sono addentrati tra i tipi di bevanda alcolica consumati, , il quadro generale della situazione si è modificato, con buone notizie per gli amanti della birra. Da quanto si apprende dalla rivista PlosOne, sulla quale è stata pubblicata la ricerca, coloro che bevevano circa 1-2 drink di birra al giorno avevano un rischio di sviluppare il morbo di Parkinson inferiore del 27 percento rispetto invece a chi non consumava questa bevanda. In tutt’altra direzione vanno i dati relativi al consumo di super-alcolici, per i quali invece il rischio di essere colpiti dal Parkinson aumentava rispetto a chi non ne faceva uso. Come precisano gli stessi autori dello studio, restano ancora da chiarire i meccanismi fisiopatologici alla base dei promettenti risultati epidemiologici ottenuti.
FONTE: 1. Liu R, Guo X, Park Y, Wang J, Huang X, Hollenbeck A, Blair A, Chen H. Alcohol Consumption, Types of Alcohol, and Parkinson’s Disease. PLoS One. 2013;8(6):e66452.

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