I consumi globali di alcol in Italia restano stabili, come i consumi a rischio. Cambia invece il modo di bere che si allontana dai modelli positivi della nostra cultura mediterranea.
Si è svolta a Roma il 16 maggio scorso all’Istituto Superiore di Sanita la 17° edizione dell’ Alcohol Prevention Day. La manifestazione è sostenuta e finanziata dal Ministero della Salute e promossa in stretta collaborazione con la Società Italiana di Alcologia, l’Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento e l’Eurocare che hanno garantito, attraverso i gruppi di lavoro congiunti e il Network collaborativo ITACA del Centro OMS con i Centri Alcologici Regionali delle Regioni Toscana e Liguria, la disponibilità dei materiali finalizzati a diffondere nella popolazione una adeguata cultura di prevenzione basata su una maggiore di consapevolezza e responsabilità individuale e sociale. I dati ISTAT confermano che i consumi complessivi di alcol in Italia restano stazionari. Non si modifica nemmeno il dato sui consumi a rischio. Cambia invece il modo di consumare degli italiani con un aumento del bere destrutturato, occasionale e fuoripasto in parallelo con il mutare dello stile di vita della popolazione in particolare di quella giovanile. Questo abbandono dei modelli tradizionali caratteristici della cultura mediterranea e legati ad un modo di bere a pasto e in famiglia, impone a tutta la comunità una riflessione. È indispensabile e urgente secondo gli esperti di salute pubblica far crescere nelle famiglie italiane la consapevolezza sui rischi del bere irresponsabile e sui vantaggi di riscoprire e trasmettere modalità e stili di vita capaci di proteggere la salute. La conferma viene anche dai dati sugli incidenti stradali alcol-correlati che in Italia nel 2016, secondo rilevazioni dell’Arma dei Carabinieri, risulta pari all’8,1% del totale degli incidenti che avvengono sulla strada.
Pubblicato da paola baraldi
FONTE: www.alcol.net; www.epicentro.iss.it