La fabbrica di birra più antica del mondo

L’ex monastero, fondato nel 1700 da Corbiniano di Frisinga, rimane un riferimento internazionale per l’insegnamento della scienza della fabbricazione della birra e vi si producono ancora oggi, secondo ricette tradizionali ma con tecniche d’avanguardia, birre straordinarie che hanno vinto numerosi premi.

Il Birrificio di Stato Weihenstephan, considerato la fabbrica di birra più antica del mondo, opera ancora oggi in Baviera nella città di Frisinga, in collaborazione con la prestigiosa Università Tecnica di Monaco ed è un riferimento internazionale per l’Insegnamento della Scienza della Fabbricazione della Birra ai futuri mastri birrai. Ecco la sua storia. Corbiniano di Frisinga, monaco e vescovo cattolico vissuto tra il 680 e il 730 d.C., ebbe da Papa Gregorio II il compito di evangelizzare i territori della Baviera. Con l’aiuto di Grimoaldo, duca di Baviera, fondò quindi un monastero intitolato a Santo Stefano dove, a partire dal 768, si cominciò a produrre una birra forte e scura riservata ai soli frati del monastero. Ma nel 1040 l’Imperatore Enrico III detto “Il Nero” concesse all’Abate Arnoldo la possibilità di vendere la birra agli abitanti della città di Frisinga. Da quel momento le birre prodotte a Weihenstephan mostrano in etichetta l’effige del monastero. Il Monastero, nei secoli, fu distrutto da incendi e terremoti, dovette affrontare pestilenze, saccheggi, carestie e subì le invasioni barbariche dell’Est, sino a venire laicizzato e in parte demolito nel 1803 sotto Napoleone Bonaparte. Da quel momento, birrificio e terreni divennero proprietà dello stato bavarese. Le birre prodotte a Weihenstephan, secondo tradizionali e storiche ricette, seguendo elevati standard qualitativi e utilizzando tecniche d’avanguardia, sono tuttora considerate icone nelle rispettive tipologie.

Le sue birre di “frumento”, Hefeweizen, Dunkelweizen e Weizenbock, in particolare, hanno vinto numerosi premi internazionali che lo hanno reso celebre. Due le birre che portano il nome di santi, la Vitus dedicata appunto a San Vito e la DoppelbockKorbinian, prodotta in onore di San Corbiniano, il vescovo fondatore del monastero di Frisinga tornato di attualità durante il pontificato del Papa bavarese Benedetto XVI, che fu arcivescovo della sua stessa diocesi dal 1977 al 1982. Nello stemma di Papa Ratzinger viene infatti raffigurato proprio l’orso di San Corbiniano. La leggenda narra infatti che in uno dei suoi viaggi verso Roma, il santo, di notte, venne attaccato da un orso che uccise il mulo che trasportava i suoi bagagli. Corbiniano ammansì l’orso e gli ordinò di sostituire il mulo, cosa che puntualmente avvenne. Arrivati a Roma, per ricompensarlo, lo lasciò libero.

Postato da paola baraldi

Fonte: il Giornale della Birra

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