LA BIRRA IN LETTERATURA – 2ª PUNTATA

Continua il viaggio di birrainforma.it attraverso la storia della letteratura alla ricerca delle origini della birra

Ad introdurre la birra alla Corte di Lorenzo il Magnifico nel XV secolo fu Luigi Pulci, poeta fiorentino ma anche gran appassionato di cucina e bevande, tanto da essere considerato il padre dei sommelier moderni. Il suo consiglio era di abbinare la birra ai crescioni, una specie di pastella lievitata e fritta, e berla tra un pasto e l’altro per non perdere l’abitudine di mangiare.

Disquisisce, invece, delle varie tipologie di birra tedesche, Johann Wolfgang Von Goethe nel suo Epistolario. Apprendiamo così che la birra prodotta a Francoforte nel XVIII secolo non era di qualità eccelsa, tanto che l’artista era solito acquistarla in altre località per poi berla allungata con l’acqua, e che preferiva le birre non troppo amare ma nemmeno troppo dolci come quelle bavaresi.

Tra l’ironico e il dissacrante il pensiero del poeta inglese William Blake, fervente illuminista, che nella poesia “Il piccolo vagabondo” suggerisce un metodo quanto mai bizzarro per far tornare la gente nelle chiese in un periodo caratterizzato dalla perdita della fede e dalla superiorità del pensiero razionale: “Se in Chiesa ci dessero un po’ di birra e un fuoco ameno per rallegrare le nostre anime, canteremmo e pregheremmo tutto il santo giorno, senza voler mai, nemmeno una volta, lasciare la Chiesa. Allora il Pastore potrebbe predicare, bere e cantare e saremmo contenti come gli uccelli in primavera.”

Triste e dolorosa è la birra per il poeta triestino Umberto Saba nell’opera “Dopo la tristezza”, in cui della bevanda si gode il gusto amaro nell’attesa della compagna che forse non arriverà mai. Altrettanto malinconica è la birra in “La sera d’inverno si posa” del Premio Nobel Thomas Stearns Elliot, dove essa è una delle tante note del paesaggio e dei caratteri rappresentati che si fondono per dare il senso della desolazione e diventare emblema di una condizione esistenziale: “..La mattina viene alla coscienza di vaghi odori stantii di birra dalla strada di segatura calpestata con tutti i piedi fangosi accalcati ai primi chioschi per il caffé..”

Ha invece tratti sentimentali la birra della poetessa finlandese Edith Sodergan, che in “Sub luna” riveste di romanticismo una birra scura, probabilmente una stout, illustrandone in modo delicato i colori che emana al chiaror di luna e godendone le virtù: “.. Sub luna bibo. Scura è la mia birra, nera d’orzo tallito, la sua spuma farina di scintillio di luna. Pensieri e allegrezza, aleggianti sull’orlo del boccale,aleggianti come nottole, come nel bosco aleggiano le foglie d’oro.. ”

Fonte: testo liberamente tratto dalla Tesi di laurea di Bernardo Liberatore (www.tesionline.it)

Condividi con i social: