Un sito web, creato e testato dall’Università di Leeds, prova a modificare le cattive abitudini dei bevitori inglesi
La maggior parte della gente ha un approccio assennato all’alcol, bevendo in un modo non pericoloso per se stessa e gli altri. Sembra tuttavia preoccupante la diffusione del fenomeno dell’abuso di alcol da parte dei giovani. Ora anche lo strumento di internet, molto utilizzato e apprezzato dai ragazzi, viene in aiuto a chi intende cambiare il proprio comportamento e migliorare la propria salute.
Ricercatori del Regno Unito stanno aiutando i giovani a ridurre la quantità di alcol consumata grazie all’utilizzo di un’analisi personalizzata on-line delle loro abitudini di consumo di alcolici. Il sito web www.unitcheck.co.uk è stato sviluppato e testato all’Università di Leeds, allo scopo di modificare le abitudini dei giovani bevitori a rischio.
Lo schema pilota, che ha studiato le abitudini di consumo di alcolici di oltre 500 studenti universitari, è stato finanziato dal Comitato dello spazio europeo della ricerca (ERAB). Il sito web permette all’utente di eseguire un rapido controllo del numero di Unità Alcoliche che sta consumando e di metterlo a confronto con quello dei coetanei fornendo nel contempo informazioni su come questo livello di consumo di alcol influisce sulla salute.
Bridgette Bewick coordinatrice dell’indagine, ha notato che il 5% dei giovani partecipanti alla ricerca consumavano alcolici in maniera potenzialmente pericolosa, ma avevano ridotto la dose durante l’esperimento e dopo tre mesi non erano tornati ai livelli iniziali. “La nostra esperienza indica che molte persone non si rendono conto di quanto alcol consumano in media- dichiara- ed i bevitori più accaniti sono rimasti sorpresi nel sapere che il consumo della maggior parte dei coetanei rimaneva entro limiti ragionevoli”.
Attualmente Unitcheck si sta allargando per comprendere altre quattro università britanniche. Il Primary Care Trust e l’Institute of Health Sciences di Leeds stanno valutando come possa essere modificato il sito web per promuoverlo presso gruppi locali, organizzazioni e professionisti sanitari, sia a livello nazionale che internazionale.
Fonte: Testo tratto liberamente da www.cordis.europa.eu