Uno studioso americano (astemio) ci invita a riflettere sui vantaggi fisici, sociali ed economici, del bere moderato Arthur Brooks, presidente dell’American Enterprise Institute e docente all’Università di Syracuse, ha pubblicato un articolo che racconta come i bevitori moderati di alcol traggono da questo consumo non solo benefici fisici e relazionali, ma inaspettatamente anche economici.
Esistono molte evidenze scientifiche sul fatto che bere moderatamente abbassi la mortalità per malattie cardiaca, protegga contro il diabete di tipo 2, riduca i rischi di ictus, e diminuisca le probabilità di formazione di calcoli biliari. E gli studi in questo senso trovano sempre nuove conferme. Sembra anche che i bevitori moderati si sentano più sani sia dei non bevitori che dei forti bevitori.
L’istituto di ricerca Gallup ha condotto nel 2008 un’indagine su 1.200 americani adulti: il 33% di coloro che bevono abitualmente, ma non più di uno o due drink, si definiscono «in ottima salute». Gli astemi che fanno la stessa affermazione sono il 29%, mentre la percentuale si riduce al 19% nel caso di chi dichiara di bere quattro o più bicchieri.
La sorpresa arriva quando scopriamo che i bevitori moderati sono persino più ricchi degli astemi. Nel 2001 la Commissione di ricerca per le dinamiche del reddito dell’Università del Michigan. ha accertato che il bevitore medio che consuma una bevanda alcolica e mezzo al giorno, o meno, dichiarava un reddito medio di 49.000 dollari contro un reddito medio di 36.000 dollari dichiarato dagli astemi.
Tra due persone adulte identiche per tipo e titolo di studio, età, stato di famiglia, razza e religione, di cui la prima è solita bere uno o due bicchieri alla sera dopo il lavoro, e la seconda è completamente astemia, quella che beve, tendenzialmente, gode quasi di un «bonus-bevitore» che fa salire il suo reddito del 10% rispetto all’altra. I dati statistici dimostrano che il reddito medio cresce con il consumo di alcol solo fino a un certo punto, dopodiché inizia gradualmente a diminuire quando si entra nella fascia del bere «pesante».
Questo non significa ovviamente che il bere dia luogo a una maggiore capacità di guadagno, ma piuttosto che esiste una relazione positiva tra bere moderato e reddito, legame che gli studiosi ancora non sono in grado di spiegare con certezza. Alcuni economisti ritengono che i benefici per la salute derivanti dal bere moderato aumentino la produttività di chi lavora. Altri affermano che coloro che bevono insieme se la cavano meglio e sono perciò in grado di gestire meglio i loro affari.
Comunque, come se non bastasse, non solo chi beve sembra essere più ricco di chi è astemio ma tende anche a essere più felice. Nel 2001 il 36% degli astemi affermava di essersi sentito «inconsolabilmente triste» nel mese precedente. Lo stesso dicevano il 38% di coloro che erano soliti bere 3-4 bicchieri al giorno o più. Ma solo il 33% di bevitori moderati facevano la stessa affermazione. Considerate queste differenze di livelli di reddito e di felicità, non ci deve sorprendere, quindi, scoprire che le persone che bevono moderatamente sono tra quelle che in America si occupano di beneficenza. Nel 2008 l’89% di coloro che dichiaravano di bere due bicchieri (o meno) al giorno risultava fare beneficenza abitualmente, al contrario di quanto affermato invece dall’84% degli astemi e dal 77% di coloro che bevevano abitualmente più di tre bevande alcoliche al giorno. Fonti: liberamente tratto dall’articolo di Arthur Brooks pubblicato su Il Giornale del 12 febbraio 2009