DONNE E ALCOOL IN ITALIA (2ª parte)

Per capire cos’è cambiato in dieci anni nelle abitudini di consumo al femminile Continua la nostra esplorazione del fenomeno alcol al femminile, dopo aver lo scorso mese introdotto il discorso osservando le dinamiche sociali che hanno avvicinato le donne al consumo di alcol. Ci chiediamo adesso quali sono le bevande alcoliche preferite dalle donne.
Fatta eccezione per il vino, che perde consensi (-2% di consumatrici), birra, aperitivi e superalcolici vengono apprezzati maggiormente nel 2005 rispetto al 1997. La birra acquista estimatrici, in particolare fra le più giovani (+2,5% di consumatrici), mentre l’aumento delle consumatrici di aperitivi e superalcolici si attesta rispettivamente su +1,6% e +0,5%.
Analizzando le frequenze di consumo delle diverse bevande alcoliche, si nota che aumentano le donne che consumano alcolici fra 2-3 giorni a settimana e 2-3 volte al mese, con variazioni percentuali comprese fra +1,4 e +3,5%, mentre solo per il vino, c’è un aumento del consumo 4-5 giorni a settimana (da 1,8% a 3,8%) ed una variazione percentuale più accentuata (+4,8%) del consumo 2-3 giorni a settimana. Per tutte le bevande infine, c’è una diminuzione del consumo quotidiano. Il 51,2% delle donne italiane consumano alcolici in un giorno medio (fuori dai week end o da festività). Rispetto al 1994 e al 1997 resiste la tendenza alla diminuzione prima minima, poi più consistente: si passa infatti da 55% a 54% e poi a 51,2%. Sono le più anziane a rappresentare la fetta più consistente di consumatrici con il 63,2%, poi le percentuali scendono fino al 25,1% delle giovani fra 15 e 24 anni. All’interno di questo ultimo gruppo sono largamente maggioritarie le ragazze fra 20 e 24 anni (30%).

Ma con chi bevono le donne italiane? Dipende dalla bevanda, ma sembra emergere una tendenza sempre più accentuata a consumare alcolici in compagnia di amici o con il fidanzato/marito. Non fa eccezione il vino, da sempre considerato bevanda legata alla casa e alla famiglia, che vede invece un aumento notevole di chi lo consuma in compagnia di amici (da 22,9% a 38%) o con il partner (da 18% a 32,3%). Abbastanza inattesi anche i cambiamenti relativi alle altre bevande: se per la birra si rileva un aumento di tutti i comportamenti di consumo, aperitivi e superalcolici seguono il trend del vino, con un aumento significativo, e abbastanza inaspettato, del consumo in compagnia del partner. Più prevedibile l’aumento del consumo fra amici.
I luoghi di consumo variano poi a seconda della bevanda. Il vino si consuma da sempre principalmente a casa ai pasti in percentuali che vanno dall’87,1% del 1994, all’86,7% del 1997, fino all’81,8% del 2005.
Come si nota, le percentuali, pur rimanendo molto alte, si sono progressivamente ridotte a favore di un consumo più socializzante che avviene al ristorante o in casa di amici. La birra è da sempre la bevanda legata alle uscite in compagnia e tale si conferma, aumentando anche il peso dei consumi al ristorante o in pizzeria da 54,3% nel 1994 a 55,8% nel 1997 fino a toccare 65,4% nel 2005. Anche gli aperitivi ed i superalcolici sono associati alla vita sociale e vengono consumati principalmente in casa di amici o al bar. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda le consumatrici più giovani che, specie per quanto riguarda i superalcolici, rispondono di consumarli nelle feste in casa.
Nell’immaginario collettivo il consumo di superalcolici da parte dei giovani è associato in genere alle discoteche o al pub, ma il fattore prezzo in tali contesti limita l’accesso al consumo. Si preferisce invece acquistare le bevande e consumarle in casa con amici.
La domanda inevitabile a questo punto è: quanto si beve? L’Italia è considerata un’esponente della cosiddetta “cultura bagnata”, dove si adotta cioè una modalità di consumo tradizionalmente legata ai pasti e “spalmata” sull’intera settimana e dove le bevande alcoliche sono essenzialmente considerate parte dell’alimentazione, senza attribuire loro significati trasgressivi. Le donne italiane hanno sempre consumato in maggioranza tra 1 e 2 bicchieri di alcolici al giorno, con variazioni minime fra il 1994 e il 2005.
Le variazioni maggiori si riscontrano invece fra coloro che consumano oltre 4 bicchieri al giorno (di qualsiasi alcolico) che fra il 1994 e il 1997 scendono da 1% a 0,4%, per poi risalire fino al 2,3% nel 2005. Fra queste forti consumatrici, la quota maggiore si trova nella fascia di età 25-34 anni (5,6%), mentre fra le più giovani (13-24 anni) il fenomeno è maggiormente diffuso fra i 16 e i 19 anni (2,2%). Ma nel raffronto con i dati maschili, gli uomini consumano ancora di più delle donne.

Gli episodi di consumo eccedentario o di ubriachezza delle donne, sono sempre stati molto al di sotto di quelli presentati dai consumatori maschi. Per eccedenza si intende un consumo eccessivo che però non sfocia nella vera e propria ubriachezza. Il trend generale dell’eccedenza, dopo una flessione, rivela un aumento nell’ultima rilevazione. Anche se le variazioni non sono particolarmente rilevanti, ci sono alcune fasce d’età in cui il fenomeno assume maggiore consistenza. Al 9,5% delle donne italiane da 15 anni in su è capitato almeno una volta di aver bevuto un po’ troppo. Andando però ad analizzare gli episodi ripetuti (almeno 3 volte in tre mesi), la percentuale scende a 1,6%. Le consumatrici più eccedentarie sembrano essere le donne fra 25 e 34 anni che fanno registrare un 6% di consumatrici che hanno ecceduto 3 o più volte negli ultimi 3 mesi, mentre al contrario, le più “virtuose” sono le donne adulte da 45 anni in poi. Fra le più giovani sono le 20-24enni che con 4,5% sono ben al di sopra della media generale di 1,6%. L’andamento non mostra grandi variazioni in oltre 10 anni, con una diminuzione degli episodi di consumo eccedentario ripetuto 3 volte, compensata dall’aumento delle frequenze maggiori. Fonte: Osservatorio Permanente Giovani e Alcool

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