A dirlo i ricercatori del celebre studio britannico ‘Whitehall’ che hanno analizzato dati ottenuti su 9mila persone seguite per oltre vent’anni .
Buone notizie per chi ama concedersi un bicchiere di vino o birra, possibilmente durante il pranzo o la sera. Sembra infatti che i consumatori moderati di bevande alcoliche possano avvantaggiarsi sul lungo periodo di un sano comportamento a tavola, riducendo sensibilmente il rischio futuro di sviluppare demenza, una patologia in grande crescita soprattutto nei paesi occidentali.
A sostenerlo una ricerca condotta nell’ambito del celebre Whitehall Study, uno studio britannico che ha preso il via oltre trent’anni fa e che rappresenta una voce autorevole negli ambienti epidemiologici.
La ricerca, pubblicata sul British Medical Journal (1), ha preso in considerazione 9mila persone con età compresa tra i 35 e i 55 anni al momento di ingresso nello studio, nella seconda metà degli anni ‘80. Dopo oltre vent’anni di follow-up, i ricercatori hanno associato il consumo di bevande alcoliche con il rischio di sviluppare demenza.
Rispetto ad altre indagini di questo tipo, lo studio britannico ha utilizzato delle traiettorie di consumo nel corso della vita; in pratica, il consumo di alcol non è stato misurato una volta sola, bensì in diversi momenti distanziati nel tempo. In questo modo è stato possibile determinare quanto la variabilità nel consumo di alcol nel corso degli anni fosse associato al rischio della patologia.
I risultati dicono che chi era astemio in età adulta aveva un rischio aumentato di sviluppare demenza del 47% rispetto a chi, nella stessa fase della vita, consumava alcol da 1 a 14 bicchieri a settimana, fino a due al giorno, in pratica. Per coloro che già consumavano più di due bicchieri al giorno, il consumo di un ulteriore bicchiere al giorno era associato al 17% di rischio in più di sviluppare la malattia. Quando invece è stata considerata la traiettoria temporale dall’età adulta alla vecchiaia, si è osservato che l’astinenza prolungata da alcol aumentava il rischio di demenza del 74%, rispetto a chi manteneva un consumo di alcol costantemente moderato nel corso degli anni.
È emerso tuttavia, con una certa sorpresa, che anche coloro che avevano diminuito il consumo di alcol riportavano un aumento del rischio di demenza pari al 55%, insieme a coloro che superavano la moderazione e che quindi consumavano più di 2 bicchieri al giorno.
A voler tirare le somme, in una prospettiva temporale piuttosto ampia, che quindi considera le abitudini di consumo alcolico nell’arco dell’intera vita, sia l’astinenza prolungata che una interruzione del consumo moderato o il consumo eccessivo si associano a maggiori probabilità di sviluppare demenza.
Resta intatto il messaggio che le bevande alcoliche possono essere consumate con modalità e frequenze che sono chiaramente indicate nel decalogo del buon mediterraneo: poco, durante i pasti principali e regolarmente nel tempo.
- Sabia S et al. Alcohol consumption and risk of dementia: 23 year follow-up of Whitehall II cohort study. BMJ. 2018 Aug 1;362:k2927.
Pubblicato da paola baraldi