BIRRA SEMPRE PIÙ VENDUTA AL SUPERMERCATO, GUADAGNA POSIZIONI ANCHE SUL VINO

Secondo un recente rapporto COOP, negli ultimi mesi la birra figura tra i prodotti con maggiore incremento di vendite nel canale GDO. Ma gli italiani vorrebbero avere più informazioni su come abbinarla ai cibi quotidiani

Nei pasti fuori casa la birra è la bevanda del momento, come confermano anche i dati Makno-Assobirra per i quali ha persino sorpassato il vino (19,8% contro 18,8%) nelle scelte degli italiani nei giorni feriali.

Secondo una recente indagine ISTAT, ogni famiglia destina all’acquisto di cibo e bevande da consumare in casa circa 470 euro al mese, pari al 19% del budget a disposizione. La quota riservata alle bevande, in particolare, è dell’1,7%: cioè 42 euro. Di questi, solo 4,5 euro servono per l’acquisto di birra, circa 13 per il vino, il resto per acqua minerale e altre bevande, alcoliche e non. L’importo speso per la birra registra un “picco” di 5 euro per le famiglie del Sud e delle Isole e una curiosa trasversalità nei gruppi e nelle categorie di consumo: preferiscono le “bionde” tanto le famiglie di operai (che infatti spendono circa 6,3 euro al mese) che quelle dei liberi professionisti/imprenditori (anche qui la spesa è di 6 euro).
A conti fatti, dunque, ogni famiglia italiana porta in tavola, nell’arco di un mese, circa 5 bottiglie da 66cc di birra, per accompagnare pranzi e cene mediterranei o semplicemente uno snack veloce. Quindi 2 bottiglie da 66cc a testa nell’arco di un mese, visto che la famiglia media è composta da 2,5 persone.

I livelli di consumo della birra sembrano comunque destinati a cambiare: secondo il Rapporto COOP 2007 su consumi e distribuzione, le vendite presso la GDO di birra e vino (presi insieme), sono cresciute, negli ultimi anni (2003-2006), a un ritmo di costante del +2-3% annuo, ben superiore a quello delle bevande analcoliche e superalcoliche. Prendendo però in esame i due prodotti singolarmente, scopriamo che nei 12 mesi tra giugno 2006 e giugno 2007 la birra ha fatto registrare un importante +6,7%, collocandosi nella “top ten” (ottavo posto) tra i prodotti più venduti nei supermercati italiani.

Di contro, spiega il Rapporto COOP 2007, si registra un calo significativo (-6,4%) nelle vendite di vino comune italiano (in vetro, plastica, brick e bag-in-box, in pratica quello deputato al consumo per tutti i giorni), complice anche la competizione dei nuovi vini esteri, “seguendo un trend già in atto negli ultimi anni e che vede un progressivo spostamento verso la birra”.

Grazie anche alla grande varietà di marchi presenti oggigiorno sugli scaffali (sono quasi 200, 10 anni fa se ne contavano 86 in tutto), il ruolo della GDO negli acquisti di birra da parte degli italiani è cresciuto di quasi il 30% nell’ultimo decennio. Oggi oltre il 50% della birra si vende nei supermercati e negli ipermercati (contro il 42% del 1996), mentre il peso dei piccoli negozi è crollato dal 16% a meno del 5% e quello dei canali horeca (bar, ristoranti, pizzerie) è rimasto stabile, con valori attorno al 45%. Dati sostanzialmente in linea con quelli diffusi dal dossier “Mercati birra” SIMEI 2007, secondo cui i consumi domestici di birra rappresentano in volume il 55% del totale, mentre quelli fuori casa il 45%.

Le bottiglie sono il formato più acquistato (78,7%), il 13,4% di birra viene bevuto alla spina, mentre si attesta intorno all’8% la quota delle lattine vendute. Sempre più di moda è la bottiglia da 33 cc “long neck” (a collo lungo) e si vede con maggiore frequenza la bottiglietta da 20 cc, che alcuni consumatori ritengono più adatta al consumo da single. Mentre alcune aziende cominciano a proporre, per occasioni speciali, le magnum da 2 litri di birra, che una volta erano riservate all’empireo del vino e dello spumante.

Con una decina di euro è anche possibile provare il piacere di “spillare” la birra in casa, acquistando mini fusti pronti per l’uso.

I dati dell’indagine Makno-Assobirra del 2007, “Gli italiani e la birra”, paiono affermare che c’è ancora molta strada da fare perché la birra diventi davvero di casa nelle cucine degli italiani.

Nei pranzi e nelle cene casalinghi, infatti, la birra è ancora a livelli molto bassi (4,4%) di preferenza tra le bevande portate in tavola con maggiore frequenza dagli italiani, distante tanto dall’acqua minerale naturale (68,7%) quanto dal vino (31,7%). Eppure il 44,8% degli italiani la ritiene in linea (molto o abbastanza) con la dieta mediterranea e cresce la percentuale di quanti la considerano adatta a una sana alimentazione (6,3 in una scala da 1 a 10), e a tutti gli ambienti e a tutte le occasioni (6,2).

Come spiegare questa incongruenza? E’ molto semplice. Il 25,3% degli italiani (1 su 4) confessa che userebbe più spesso la birra a tavola in abbinamento con i cibi di tutti i giorni se avesse maggiori informazioni sui criteri che guidano questi abbinamenti. Insomma, se sapesse quale birra avvicinare a una carbonara, a un piatto di spaghetti con le vongole o a una semplice caprese… Ma anche con quale birra valorizzare un’insalata di mare o una tradizionale pasta al forno.

Domande alle quali Assobirra, in collaborazione con INRAN, cerca di dare risposte concrete con iniziative come A Tavola con la Birra, che propone nel sito internet dedicato, www.atavolaconlabirra.it, abbinamenti e consigli su come bersi una birra all’insegna del gusto e del benessere.

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