Birra e salute: raggiunto un consenso internazionale

scienza-lug2016Gli effetti del consumo di alcol sulla salute umana hanno avuto una crescente attenzione da parte della comunità scientifica internazionale. Tuttavia, mentre i danni associati a un’elevata assunzione di alcol sono noti, gli effetti di dosi moderate (fino a 1 drink, equivalente a 12 grammi di etanolo al giorno nelle donne, fino a 2 negli uomini) dei vari tipi di bevande alcoliche sono ancora oggetto di un vivace dibattito.

Di particolare interesse è la questione dei possibili effetti delle diverse bevande alcoliche (vino, birra, liquori) in relazione al loro contenuto eterogeneo di componenti non alcoliche. Inoltre, rimane ancora irrisolto il ruolo specifico del consumo moderato di birra, la bevanda alcolica più diffusa nel mondo.

Da un gruppo di ricercatori di fama internazionale è nata quindi l’idea di una revisione scientificamente documentata sugli effetti del consumo di moderate quantità di birra sulla salute umana e sull’eventuale rischio di malattie ad esso collegato. Dopo un attento lavoro e un serrato confronto, gli esperti hanno infine raggiunto un pieno consenso condiviso. Il risultato è un documento da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases, le cui conclusioni possono essere riassunte come segue:

Minore rischio cardiovascolare
L’evidenza scientifica disponibile in letteratura permette di concludere che un consumo moderato (fino a 1 drink al giorno nelle donne, fino a 2 negli uomini), di birra riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Lo stesso effetto era già stato osservato con il vino, a valori comparabili di alcol. Studi epidemiologici suggeriscono inoltre che il consumo moderato di birra o vino può offrire una maggiore protezione cardiovascolare rispetto ai superalcolici.
Minor rischio di malattie neurodegenerative
Studi osservazionali suggeriscono che un moderato consumo di bevande alcoliche è associato a un ridotto rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, anche se i dati specifici relativi alla birra non sono ancora conclusivi.
Nessun rischio specifico di cancro
Non ci sono prove che bere birra sia diverso dal consumare altri tipi di bevande alcoliche in relazione al rischio, pur modesto, di alcuni tipi di cancro.
Minore mortalità per tutte le cause
Per quanto riguarda la mortalità generale, l’analisi dei dati disponibili rivela costantemente una relazione “dose risposta” a forma di J (J-curve) tra consumo di bevande alcoliche (tra cui la birra) e l’insieme di tutte le cause di mortalità, mostrando un ruolo protettivo del bere in moderazione.
Effetto benefico e nessun danno
I dati riportati nel Documento di Consenso provano che non esiste alcun danno dei principali organi e tessuti associato al consumo moderato di birra, che ha invece un significativo e consistente effetto benefico-preventivo contro le malattie cardiovascolari e probabilmente contro la mortalità per ogni causa.

Gli esperti che lo hanno redatto concordano quindi che non vi è alcun motivo di consigliare agli adulti sani che già regolarmente consumano una quantità moderata di birra di abbandonare questa abitudine per motivi di salute.
Sottolineano anche, però, che il consumo di bevande alcoliche, e quindi anche di birra, in qualsiasi quantità, non può e non deve essere raccomandato ad adolescenti, donne in gravidanza, persone a rischio di sviluppare dipendenza all’alcol, pazienti con cardiomiopatia o aritmie cardiache, depressione, malattie epatiche o pancreatiche, o a chiunque sia impegnato in azioni che richiedano concentrazione, abilità o coordinamento.
Postato da Paola Baraldi
FONTE
Giovanni de Gaetano,1 Simona Costanzo,1Augusto Di Castelnuovo,1Lina Badimon,2 Dritan Bejko,3 Ala’a Alkerwi,3 Gemma Chiva-Blanch,2 Ramon Estruch,4 Carlo La Vecchia,5 Salvatore Panico,6 George Pounis,1 Francesco Sofi,7,8 Saverio Stranges,3 Maurizio Trevisan,9 Fulvio Ursini,10 Chiara Cerletti,1 Maria Benedetta Donati,1 Licia Iacoviello1

1Department of Epidemiology and Prevention, IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, 86077 Pozzilli, Italy; 2Cardiovascular Research Center (CSIC-ICCC), Biomedical Research Institute Sant Pau (IIB-Sant Pau), Hospital de Sant Pau, Barcelona, Spain; 3Department of Population Health, Luxembourg Institute of Health, Strassen, Luxembourg; 4Department of Internal Medicine, Hospital Clinic, University of Barcelona, Spain; 5Department of Clinical Sciences and Community Health, University of Milan, Italy; 6Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Federico II University, Naples, Italy; 7Department of Experimental and Clinical Medicine, University of Florence, 8Don Carlo Gnocchi Foundation, ONLUS IRCCS, Florence, Italy; 9City College, New York, USA; 10Dipartimento di Medicina Molecolare, Università di Padova, Italy

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