BIRRA E ARTE: UNA RELAZIONE FECONDA

Birrainforma.it alla scoperta delle più affascinanti raffigurazioni artistiche dedicate alla birra

La birra è presente nelle arti figurative, soprattutto nella pittura fiamminga, solitamente come elemento di contorno e raramente come oggetto principale della raffigurazione. Non è un caso che tale pittura si sia diffusa nell’area in Belgio ed Olanda: due paesi rinomati per la qualità della birra. Nelle Fiandre infatti, sono prodotte più di 450 etichette e tra cui la Lambic, che si fabbrica solo qui grazie ai particolari microrganismi presenti nell’aria.

Per gli artisti fiamminghi la birra è una bevanda molto comune tanto da venir abitualmente inserita in numerose opere della cosiddetta “pittura di genere”. Ad essere rappresentate erano soprattutto vivaci scene popolaresche e campagnole in cui la birra era sempre presente. Questa bevanda, infatti, bevuta soprattutto dalla gente comune, non mancava mai nei banchetti nuziali: le tele di Pieter Bruegel il Vecchio (1525 – 1569), David Teniers il Giovane (1610 – 1690), Adriaen Brouwer (1605 – 1638), Jan Steen (1626 – 1679) e Frans Van Mieris (1635-1681) ne sono dei chiari esempi.

Anche all’interno della ritrattistica fiamminga, che conobbe una straordinaria fortuna tra il Cinquecento e il Seicento, la birra trova una sua collocazione precisa dove viene impiegata per caratterizzare la psicologia dei personaggi.
Rembrandt (1606 – 1669), tra i più grandi ritrattisti fiamminghi, dipinge “Autoritratto con Saskia” dove si ritrae assieme alla sua compagna mentre brinda con un gigantesco bicchiere. In quest’opera, ricca di straordinari effetti di luce e chiaroscuro che comunicano spesso una nota di calma e staticità, la birra stretta tra le mani del pittore emerge dal fondo d’ombra per elevarsi al cielo in un brindisi ormai divenuto storico.
Come Rembrandt anche Frans Hals (1580 – 1666), altro ritrattista fiammingo, dipinge dei boccali di birra in mano ad alcuni dei suoi personaggi usando però il colore in modo diverso, con pennellate vigorose e toni più brillanti. La birra anche in questo caso serve ad esplicare il carattere dei personaggi, come la strega di Haarlem, che sembrano felici di stringere un boccale di birra.

La birra però acquista un ruolo di maggiore importanza nelle “nature morte”, genere che ha avuto notevole diffusione principalmente nei Paesi Bassi mentre era considerato meno importante nel resto d’Europa.
In questa forma artistica che raffigura elementi naturali inanimati come frutti, fiori, pesci, selvaggina morta o oggetti, come libri e strumenti musicali generalmente disposti su una superficie piana, fa la sua comparsa anche la birra. Nei quadri del pittore barocco tedesco Jan Jansz Van de Velde (1620-1662), ad esempio, la vediamo assieme a brocche, uva, carte, piatti e fiori, dove è illuminata da una luce calda e soffusa.

Più lugubri sono invece le nature morte di Vincent Van Gogh (1853 – 1890) che hanno per protagonista dei boccali di birra ed alcuni frutti. Il genio olandese però rappresenta la birra anche nel famoso “Agostina Segatori al caffè Tambourin” (cfr. foto in newsletter). In questa tela di ascendenze tipicamente impressioniste, dipinta a Parigi nel 1887 nel Caffè Tambourin gestito proprio dall’italiana ed ex modella di Degas, Agostina Segatori, il boccale di birra assieme alla sigaretta e all’uso di colori opachi comunica quel senso di tristezza e malinconia che pervade tutta l’opera. Tuttavia gli artisti fiamminghi non hanno rappresentato solo boccali, bottiglie o lattine, ma anche birrerie e fabbriche di birra, diffusissime nelle Fiandre e nei Paesi Bassi.

Uno degli esempi di quest’ultimo caso risale al 1627 e si tratta di un delicato disegno a penna realizzato da un artista olandese, Jacob Matham (1589 – 1631), con una tecnica definita “di confine”. Il delicato disegno (c’è chi lo chiama “pittura a penna” o penschildereij) è stato eseguito su una tavola preparata per accogliere i tratti dell’artista che spesso sceglie questa tecnica anche per “documentare” quello che accade nel mondo. L’opera di Jacob Matham, si trova ad Haarlem, al museo che porta il nome del grande Frans Hals. Vi è ritratta la fabbrica di birra e la ricca casa di campagna di un tale Jan Claesz, un mercante di Haarlem.

Anche in Germania, altro paese che vanta una tradizione birraria di tutto rispetto, ci sono stati artisti che hanno omaggiato la birra nelle loro opere, tra questi spiccano Peter Jakob Horemans (1700 – 1766) e Eduard Grutzner (1846 – 1925). Nei dipinti di Horemans, uno dei primi ad accostare la birra alle donne, questa bevanda è presentata in contesti domestici, caldi e familiari, accanto a delle casalinghe che si godono un attimo di riposo mentre nelle opere di Grutzner essa è raffigurata in ambiti più “religiosi”. Grutzner, infatti, grande appassionato di birra artigianale, visitò numerosi monasteri della Germania che producevano birra e lì dipinse una serie di quadri dove ritrae i monaci-birrai in momenti di lavoro, di svago e di riposo.

Fine prima puntata

Fonte: testo tratto liberamente dalla tesi di laurea di Bernardo Liberatore (www.tesionline.it)

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