Uno studio su oltre 60mila persone di dieci diversi Paesi europei analizza il rapporto tra bevande alcoliche e rischio di diabete. E conferma che è il consumo moderato e non il tipo di bevanda alcolica a contare di più.
Un grande studio internazionale su oltre 60mila persone per capire il rapporto tra bevande alcoliche e rischio di diabete. È quello che hanno fatto i ricercatori del consorzio CHANCES, uno studio a cui collaborano gruppi di ricerca europei e americani che hanno deciso di unire le forze per studiare alcuni tra i temi più caldi dell’epidemiologia internazionale (1).
Questa volta la lente degli studiosi si è spostata sul controverso rapporto che esiste tra consumo di alcol e rischio di sviluppare diabete, una condizione su cui la ricerca lavora senza sosta, dal momento che interessa circa l’8% della popolazione europea e rappresenta la quarta causa di morte nei Paesi occidentali.
Finora gli studi si sono concentrati perlopiù sulla quantità di alcol consumato, ma più recentemente l’interesse si è invece spostato sul tipo di bevanda alcolica, più che sull’alcol in generale, proprio per capire se il beneficio osservato da alcuni studi potesse essere in realtà attributo alla bevanda, come vino, birra o anche superalcolici.
La ricerca, pubblicata in questi giorni sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, ha quindi diviso la popolazione in base al consumo preferenziale di una bevanda, stabilito nella misura del 70% dell’intera quantità di alcol consumato. Per la stima del rischio, il confronto è stato effettuato tra i vari tipi di bevande e il gruppo di persone che non riportava alcuna preferenza.
Dall’indagine non sono emerse differenze sostanziali tra i tipi di bevanda alcolica e il rischio di sviluppare diabete. In pratica, la preferenza di vino o birra non è un fattore capace di influenzare gli effetti dell’alcol sull’insorgenza della patologia. Questo dato sembrerebbe rafforzare l’idea che sia proprio l’alcol in moderazione ad avere effetti benefici per la salute e non altre sostanze contenute nelle diverse bevande, come ad esempio i polifenoli, come si pensava un tempo. I risultati dello studio CHANCES si inseriscono nella direzione indicata qualche anno fa da un lavoro pubblicato da un gruppo di ricercatori italiani che ha dimostrato come gli effetti positivi per la salute cardiovascolare siano attribuibili sia al vino che alla birra purché consumati in moderazione (2).
Fonti Scientifiche:
- Sluik D, Jankovic N, Hughes M, et al. Alcoholic beverage preference and diabetes incidence across Europe: the Consortium on Health and Ageing Network of Cohorts in Europe and the United States (CHANCES) project. Eur J Clin Nutr. 2017 Feb 22. doi: 10.1038/ejcn.2017.4.
- Costanzo S, Di Castelnuovo A, Donati MB, Iacoviello L, de Gaetano G. Wine, beer or spirit drinking in relation to fatal and non-fatal cardiovascular events: a meta-analysis. Eur J Epidemiol. 2011;26:833-50.
Postato da paola baraldi