I ricercatori britannici hanno analizzato 2 milioni di persone e numerose patologie cardiovascolari finora poco esplorate con risultati che confermano l’effetto protettivo del bere moderato.
Quasi due milioni di persone e oltre 100mila eventi cardiovascolari. Sono i numeri dello studio di un gruppo di ricercatori britannici che ha voluto capire quanto consumare alcol in moderazione possa portare reali benefici alla salute cardiovascolare (1). Oltre alle dimensioni, che lo rendono tra i più esaustivi nel campo, lo studio vanta altri due primati: quello di aver utilizzato i dati derivanti non da protocolli sofisticati ma dalla pratica clinica dei medici di medicina generale e quello di aver incluso nelle analisi numerose patologie cardiovascolari che di solito non vengono considerate negli studi di dimensioni meno consistenti. In questo modo, è stato possibile chiarire il contributo del consumo moderato di alcol in relazione al rischio reale di sviluppare malattie meno frequenti ma non meno invalidanti e che comunque rappresentano un costo notevole per il sistema sanitario. Nel complesso, i ricercatori hanno considerato dodici tipi di malattia cardiovascolare; le categorie di consumo di bevande alcoliche sono state accuratamente selezionate e i rischi per la salute sono stati stimati prendendo come riferimento i consumatori moderati, quelli che riportavano un consumo di alcol fino a 2 bicchieri al giorno per le donne e 3 per gli uomini. Ovviamente nessun soggetto aveva alcun tipo di patologia cardiovascolare, al momento dell’ingresso nello studio.
Rispetto al gruppo moderato, i non bevitori hanno riportato tra il 12 e il 56 percento di rischio in più per otto malattie su dodici. Tra le patologie per le quali si evidenziava un rischio maggiore, c’erano l’attacco cardiaco, l’ictus e la morte cardiaca improvvisa. I non bevitori, da cui i ricercatori hanno accuratamente escluso coloro che hanno smesso di consumare alcol, magari per problemi di salute, e chi consumava alcol solo occasionalmente, hanno riportato inoltre un aumento del rischio di angina instabile pari al 33%, una condizione in cui il cuore non riceve abbastanza sangue. Ma non è tutto. Se è vero che i non bevitori sono più a rischio dei bevitori moderati per la grande maggioranza delle patologie cardiovascolari, è altrettanto vero che chi consuma alcol in maniera eccessiva non ha alcun vantaggio, tutt’altro.
Chi è incline ad alzare regolarmente il gomito presentava infatti un rischio aumentato per molte delle patologie cardiovascolari considerate, incluso ictus e scompenso cardiaco.
I risultati d’oltremanica confermano ancora una volta la validità di una regola non scritta, ma che le popolazioni mediterranee continuano a tramandarsi da generazioni. La moderazione sembra essere l’unica bussola per orientarsi nel complicato mondo delle scelte alimentari, a cominciare dalle bevande alcoliche.
Fonte scientifica:
1) Bell S, Daskalopoulou M, Rapsomaniki E, George J, Britton A, Bobak M, Casas JP, Dale CE, Denaxas S, Shah AD, Hemingway H. Association between clinically recorded alcohol consumption and initial presentation of 12 cardiovascular diseases: population based cohort study using linked health records. BMJ. 2017 Mar 22;356:j909.
Postato da paola baraldi