Bere moderato e salute, nuove conferme

Pubblicati due studi su larga scala che dimostrano un effetto protettivo del consumo moderato di bevande alcoliche sulle patologie cardiache. Confermato l’aumento del rischio per alcuni tipi di tumore.

Sono stati pubblicati quasi contemporaneamente, ed entrambi confermano che il consumo moderato di alcol resta un fattore protettivo per la salute del cuore, oltre che per il rischio di mortalità totale.

A dirlo sono due studi condotti su larga scala che hanno voluto approfondire il ruolo del consumo moderato di alcol per la salute, utilizzando una prospettiva temporale più ampia, considerando cioè le abitudini di consumo nel corso della vita e non circoscritto ad un particolare periodo.

Il primo studio ha incluso oltre 30mila persone reclutate nell’ambito dell’EPIC, il grande studio europeo su mezzo milione di individui che dagli anni ’90 si occupa di studiare i rapporti tra alimentazione e tumori, ma che ha anche un’area di interesse totalmente dedicata alle malattie cardiovascolari (1). I partecipanti sono stati seguiti per circa 20 anni e le informazioni sul consumo di alcol sono state raccolte sia in riferimento al consumo attuale che negli anni precedenti, in modo da ottenere una panoramica esaustiva delle abitudini di consumo di ciascun partecipante. In entrambi i casi, la relazione tra consumo di alcol e mortalità cardiovascolare (eventi coronarici) risultava nella classica curva a forma di J, un termine statistico con cui si indica un’associazione di tipo non lineare; in altre parole, il consumo di alcol si mostra protettivo, rispetto agli astemi, ma solo per alcune quantità moderate, superate le quali torna ad essere un fattore di rischio. Più in dettaglio, consumare 1-2 bicchieri di alcol al giorno è risultato associato a una riduzione del 35% di mortalità per cause cardiovascolari rispetto a consumi inferiori. Nessun beneficio è stato osservato per il rischio di ictus.

Il secondo studio viene invece dagli Stati Uniti, dove un gruppo di ricercatori ha analizzato dati relativi a quasi 100mila persone reclutate nell’ambito di un programma di screening oncologico e seguite per nove anni (2). Anche in questo caso il consumo di bevande alcoliche è stato considerato nel corso dell’intera vita. È risultato che rispetto a coloro che riportavano un consumo light di alcol, stabilito in 1-3 bicchieri a settimana, gli astemi, gli occasionali e i forti bevitori avevano un maggiore rischio di mortalità per ogni causa. La relazione tra consumo di alcol e mortalità aveva la classica forma a J, riscontrata anche per la mortalità cardiovascolare.

Più articolata invece la relazione tra alcol e tumori. I ricercatori hanno infatti confermato un’associazione lineare tra consumo di alcol e rischio di tumori e in particolare di tumori tipicamente associati all’abuso di bevande alcoliche; rispetto agli astemi, sia i moderati che i forti bevitori riportavano un aumento del rischio di cancro (9 e 11 percento, rispettivamente), che, per i forti bevitori, aumentava in maniera importante quando venivano considerati alcuni tipi di tumore, come quelli della laringe o del fegato.

Tra le novità dello studio americano, c’è quella di aver considerato anche il rischio combinato di tumore e mortalità per ogni causa; anche in questo caso, l’associazione era di tipo J, indicando un rischio ridotto fino a 5 bicchieri a settimana (poco meno di un drink al giorno). In altre parole, il rischio di mortalità totale non veniva intaccato dall’aver considerato anche quello per tumore, suggerendo di fatto un beneficio associato a consumi leggeri, al netto del rischio tumorale.

Pubblicato da paola baraldi

Fonte scientifica:

  1. Ricci C. Alcohol intake in relation to non-fatal and fatal coronary heart disease and stroke: EPIC-CVD case-cohort study. BMJ. 2018 May 29;361:k934.

  2. Kunzmann AT et al. The association of lifetime alcohol use with mortality and cancer risk in older adults: A cohort study. PLoS Med. 2018;15(6):e1002585.

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