Alcool “in moderazione” e salute

30 team di ricerca riuniti in seminario a Siena discutono sui rapporti tra il consumo moderato di alcol e la salute. Confermato l’effetto protettivo a dosi moderate Alla Certosa di Pontignano di Siena più di 30 team di ricerca si sono riuniti per presentare i loro studi sugli effetti del consumo moderato di alcool nell’ambito della dieta Mediterranea. I contenuti dell’iniziativa, patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dal Ministero della Salute e dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, sono stati presentati a Firenze, all’Accademia dei Georgofili dal Premio Nobel per la Medicina Louis J Ignarro.

L’illustre studioso, sottolineando l’importanza dell’incontro, ha ribadito la necessità di recuperare il modello del bere moderato caratteristico della Dieta Mediterranea, dichiarata già patrimonio immateriale dell’Unesco e riconosciuta come modello alimentare salutare. Tutti gli studi presentati al seminario hanno insistito sulla documentata relazione esistente tra consumo di alcol in moderazione e salute.
Gli estratti dei lavori presentati saranno pubblicati nel corso del mese di Settembre su un supplemento speciale della rivista scientifica European Journal of Nutrition.

Grande interesse ha suscitato l’intervento del ricercatore Fulvio Ursini Ordinario di Biochimica all’Università di Padova, sul significato del concetto di “ormesi” per cui effetti opposti sono osservati a dosi moderate o eccessive di sostanze assunte con l’alimentazione, siano essi nutrienti, non nutrenti o tossici. Cosi come alcuni nutrienti, utili nella corretta dose, diventano tossici a dosi elevate, analogamente, a basse concentrazioni, molecole altrimenti tossiche diventano protettive. Un contesto in cui si inserisce l’effetto protettivo delle bevande alcoliche a dosi moderate rapportato al loro effetto tossico a dosaggi elevati. Il professor Ursini ha anche commentato le parole di David Nutt, ex capo della Commissione Governativa inglese sulle droghe che in un articolo su The Lancet ha parlato dell’alcool come della più dannosa droga in circolazione.

Secondo il professor Ursini “L’alcolismo è cosa ben diversa dal bere moderatamente un bicchiere di vino ai pasti o sorseggiare una birra in compagnia. È come dire che bere l’acqua fa male considerando il numero di annegati per poi giungere alla conclusione che l’acqua andrebbe bandita. O analogamente considerare le automobili più pericolose delle armi da fuoco perché causano più decessi. Ignorare come fa il professor Nutt il ruolo della dose e la numerosità del campione significa davvero dare i numeri”. Studi di popolazione in tutto il mondo, infatti, hanno confermato il già noto effetto dell’alcol, consumato in moderazione, sulla riduzione dell’incidenza delle malattie cardiovascolari, ma, con ogni probabilità, l’effetto riguarda anche molte malattie metaboliche e degenerative incluse le più comuni forme di demenza.

Fonte: Ministry of Agricultural Food and Foresty Policies online magazine

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