ALCOL IN GRAVIDANZA: IL CONSUMO MODERATO PUÒ PROTEGGERE?

Uno studio inglese ha confermato i rischi dell’abuso di alcol ma ha evidenziato un possibile effetto protettivo del consumo moderato

Lo scopo di questo recentissimo studio era di determinare se l’assunzione di alcolici in gravidanza potesse generare nei bambini nati, dopo tre anni, problemi comportamentali e difetti cognitivi.

E’ stata studiata una popolazione inglese altamente controllata in cui sono stati rilevati i consumi di alcolici di donne la cui progenie a tre anni è stata analizzata con test sul comportamento e la capacità cognitiva. I risultati hanno dimostrato che l’assunzione moderata di alcolici in gravidanza si associava a minori problemi comportamentali e migliori capacità cognitive nei figli, rispetto ai dati ottenuti con i figli di madri astemie.

Il risultato rimaneva significativo dopo una serie rigorosa di aggiustamenti che includevano anche fattori socio-economici. La conclusione è stata che anche in questo caso la relazione aveva una curva a J: mentre i figli di donne che assumevano elevati livelli di alcol in gravidanza presentavano certamente più problemi comportamentali e cognitivi, in caso di assunzione moderata il risultato era migliore anche di quello ottenuto sui figli di donne astemie.

Lo studio si presta a reiterare una considerazione importante: la curva che correla una funzione fisiopatologica all’assunzione di alcol non è lineare. Come nel caso di malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica, osteoporosi e altre, se è vero che l’eccesso di alcol è indubbiamente dannoso, non è conseguente che l’assunzione moderata sia solamente meno dannosa. Anzi, nel caso dell’assunzione moderata il rischio è minore di quello osservabile nei corrispondenti astemi.

Commento della redazione CIB:
Nell’epidemiologia degli effetti di nutrienti, talora anche tossici, non è raro osservare una curva a J di questo tipo. Ed è quasi sempre un errore estrapolare a basse dosi l’effetto che si osserva ad alte dosi. Il suggerimento di astenersi dal bere alcol durante la gravidanza, cui si ispira la recente iniziativa Assobirra- SIGO “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”, non diviene obsoleto alla luce di questi nuovi dati. Va invece interpretato come una norma di natura prudenziale, forse in eccesso, in un contesto in cui l’assoluta certezza non può comunque esistere, essendo il dato analitico epidemiologico, per sua stessa natura, limitato nel tempo dell’analisi e nel contenuto.
Fonte:
Kelly Y, Sacker A, Gray R, Kelly J, Wolke D, Quigley MA.
Department of Epidemiology and Public Health, University College London, London, WC1E 6BT, UK.

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