ALCOL E DONNE: AL VIA LA CAMPAGNA “SE ASPETTI UN BAMBINO, L’ALCOL PUÒ ATTENDERE”

Presentata la campagna d’informazione SIGO-ASSOBIRRA sui rischi fetali collegati all’uso e all’abuso di alcol in gravidanza

E’ preferibile evitare completamente di bere alcolici se si è in gravidanza o se la si sta programmando. E’ questo il messaggio chiave della campagna d’informazione “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere”, promossa da Assobirra – Associazione degli Industriali della Birra e del Malto in collaborazione con la SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia.

L’iniziativa, che rientra nel piano “Guadagnare Salute” del Ministero della Salute”, ha l’obiettivo di informare le donne incinte o che stanno pianificando una gravidanza, sui rischi dell’uso e dell’abuso di alcol e sulla possibilità di prevenire completamente le patologie fetali alcol correlate semplicemente evitando di bere in questo delicato periodo della loro vita.

Per dare maggiore visibilità possibile alla campagna, a 5.000 ginecologi della SIGO sarà inviato durante il mese di dicembre un kit informativo contenente un opuscolo divulgativo sulle patologie alcolico-fetali, un CD con approfondimenti scientifici sull’argomento e un poster con un messaggio educativo rivolto alle donne da affiggere negli studi medici/ambulatori, nelle università e negli ospedali in cui i ginecologi operano. Ulteriori informazioni e notizie sulle patologie alcol correlate e la campagna SIGO-Assobirra sono inoltre online – a partire dall’11 dicembre – sul nuovo minisito www.seaspettiunbambino.it, un ulteriore strumento di sensibilizzazione suddiviso su due diverse aree – una dedicata ai medici e un’altra specificatamente rivolta alle donne.

Il problema del consumo di alcol in gravidanza costituisce un argomento delicato e non del tutto noto, specialmente in Italia. Il feto, infatti, “beve” con la madre ed ha una bassissima tolleranza all’alcol. Questa sostanza può interferire con il suo sviluppo provocando l’insorgere delle cosiddette patologie fetali alcol correlate, che possono provocare danni permanenti e irreversibili come anormalità della crescita, ritardo mentale e alterazioni somatiche.

Tali patologie, a seconda della loro combinazione e gravità, vengono distinte in FAS (sindrome fetale alcolica), FAE (difetti alla nascita alcol correlati) e FASD (disordini collegati all’uso dell’alcol in gravidanza).

“Il problema delle patologie fetali legate al consumo di alcol in gravidanza è ancora poco sentito in Italia – ha dichiarato il ginecologo Nicola Colacurci, Segretario Generale SIGO – a differenza di quanto accade in altri paesi dove da tempo si portano avanti iniziative di sensibilizzazione che hanno fatto crescere la consapevolezza nelle fasce di popolazione a rischio: le donne in età fertile”.

“È per tale motivo che la SIGO ha ritenuto opportuno affiancare Assobirra nella campagna di informazione per prevenire i danni fetali legati al consumo di alcol in gravidanza in questo progetto che ha ricevuto il plauso del Ministero della Salute attraverso il riconoscimento del marchio della campagna di prevenzione “Guadagnare salute”.

“La vita è un valore da difendere con scelte e comportamenti concreti. Abbiamo promosso questa campagna – racconta Piero Perron, presidente Assobirra – perché, sebbene un consumo responsabile e moderato di alcol sia coerente con uno stile di vita positivo e salutare, ci sono alcune specifiche situazioni, nelle quali non bisogna bere del tutto. La gravidanza, insieme alla guida, è uno di questi momenti. Informando sui rischi connessi all’abuso o all’uso scorretto dell’alcol, l’industria della birra vuole contribuire all’affermazione di un modello di consumo responsabile e consapevole delle bevande alcoliche”.

Testimonial entusiasta della campagna è la presentatrice televisiva Roberta Capua, attualmente in attesa di un bimbo.

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