Ad ogni birra il suo stile

Siamo abituati a definire le diverse tipologie di birra prodotte e consumate secondo lo stile birrario. Ma pochi sanno che si tratta di un abitudine antica quanto la storia della birra stessa.

Il termine stile birrario viene usato per differenziare e classificare le birre raggruppandole secondo le loro diverse caratteristiche: colore, sapore, gradazione alcolica, ingredienti, metodo di produzione, ricetta, storia e origini. La moderna teoria degli stili birrari è in gran parte basata sul lavoro di Michael Jackson che nel suo libro del 1977 “The World Guide To Beer” cataloga una grande varietà di birre provenienti da tutto il mondo raggruppandole secondo gli stili e i nomi locali. Fred Eckhardt approfondì il lavoro di Jackson pubblicando nel 1989 “The Essentials of Beer Style“. In realtà la diversificazione delle birre è una pratica antichissima, iniziata già nel 2000 a.C. e largamente diffusa nelle varie culture. Si potrebbe addirittura affermare che la storia degli stili di birra coincida con la storia della birra stessa. La tavoletta di Alulu, una ricetta per la “migliore ale” ritrovata nella città di Ur in Mesopotamia, mostra che già dal 2050 a.C. esisteva una differenziazione tra almeno due qualità di birra. Il lavoro compiuto da Bedrich Hroznydi nella traduzione delle tavolette dei mercanti assiri, ritrovate ad Hattusa, ha rivelato che circa 500 anni dopo gli Ittiti conoscevano 15 diversi tipi di birra. Altri documenti mostrano come nei diversi paesi si siano sviluppati metodi locali di produzione con ingredienti tipici. Plinio il Vecchio nel suo libro Naturalis Historia scrisse riguardo all’usanza dei Celti di produrre “ale” in Gallia e in Spagna secondo metodi e nomi diversi, sebbene il principio fosse lo stesso. Le leggi degli Anglo-sassoni contavano 3 differenti birre, mentre i Normanni nel Domesday Book diversificavano cervisia (ale) e plena cervisia (ale più corposa). Già nel XV secolo i mastri birrai della Germania e dei Paesi Bassi usavano il luppolo per insaporire e conservare la loro ale; questo nuovo stile di ale fu chiamato “birra”. Quando questa abitudine si diffuse in Gran Bretagna e i mastri birrai di Southwark, a Londra, iniziarono a vendere questa bevanda che si discostava dalla ale tradizionale senza luppolo, ci furono lamentele e proteste. Per un certo numero di anni furono emanate leggi per favorire talvolta la birra, talvolta la ale, fino a quando la birra luppolata divenne lo stile standard in tutta Europa. Sempre nel XV secolo, alcuni birrai bavaresi iniziarono a conservare la birra in fresche caverne durante i mesi estivi, per evitare che si rovinasse. Il lievito ad alta fermentazione fu sostituito da un lievito a bassa fermentazione utilizzando il quale la birra necessitava di un filtraggio per rimanere stabile. Questo stile di birra chiara, limpida e stabile divenne famosa come “lager”, dal termine tedesco “lagern”, che significa conservare, e si diffuse rapidamente dapprima in Germania e in Repubblica Ceca e poi in tutto il mondo.

Pubblicato da paola baraldi

Fonte: www.wikipedia.it; www.ilgiornaledellabirra.it

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