Stili di vita e longevità. Il ruolo del bere moderato

Anche il bere moderato può avere un ruolo positivo per vivere a lungo e in buona salute. A dirlo è uno studio britannico su 8mila persone che ha analizzato il contributo di diversi comportamenti in relazione al rischio di malattia e mortalità.

Mangiare sano, fare attività fisica, non fumare, tenere sotto controllo il peso corporeo e consumare bevande alcoliche in moderazione. Poche semplici regole per assicurarsi una vita non solo più lunga, ma anche qualitativamente migliore.

Lo studio degli stili di vita in relazione al rischio di sviluppare patologie o di mortalità è al centro di numerose ricerche che negli ultimi anni hanno voluto indagare non tanto il ruolo del singolo comportamento, ma principalmente l’effetto sulla salute di uno stile di vita globalmente sano, quindi mettendo in pratica tutte le raccomandazioni per una lunga vita.

È quello che hanno fatto anche alcuni ricercatori britannici cha hanno analizzato dati relativi a oltre 8mila uomini e donne reclutati nell’ambito dello studio Whitehall II e che sono stati seguiti per più di vent’anni. Sotto la lente dei ricercatori sono finiti diversi fattori, dal profilo clinico alla dimensione socioeconomica fino a quelli comportamentali. Nello specifico, è stato analizzato il ruolo di quattro stili di vita che includevano la dieta, l’abitudine al fumo, l’attività fisica e il consumo di bevande alcoliche.

Il disegno della ricerca prevedeva di stimare il contributo dei fattori principali in relazione a possibili traiettorie di salute, come ad esempio il rischio di sviluppare una prima patologia cardiovascolare e successiva multi-morbilità cardiovascolare (definita come la presenza di almeno 2 condizioni tra malattia coronarica, ictus o diabete) e da questa arrivare alla morte.

Globalmente, uno stile di vita complessivamente sano è risultato determinante nel ridurre il rischio sia di una prima patologia cardio-metabolica, sia di mortalità in generale. Chi infatti non seguiva nessuno degli stili di vita raccomandati riportava un rischio di mortalità quasi quattro volte più grande di chi invece metteva in pratica tutte le raccomandazioni comportamentali.

Nell’analisi dei singoli stili di vita, è poi emerso un ruolo particolare per il consumo di bevande alcoliche. Proprio nel passaggio da una prima patologia cardio-metabolica alla condizione di multi-morbilità, i ricercatori hanno evidenziato un contributo importante dell’abitudine a bere. In pratica, gli astemi e coloro che consumavano più di tre bicchieri al giorno per gli uomini e due per le donne riportavano un rischio di mortalità (partendo già da una condizione cardiovascolare compromessa) maggiore del 30% rispetto a chi invece era solito bere in maniera moderata. Lo stesso valeva per un altro tipo di traiettoria, ossia passare da un iniziale stato di buona salute all’evento fatale, che per i non bevitori e i bevitori eccessivi era maggiore rispetto ai bevitori moderati. Infine, anche il passaggio da una condizione di multi-morbilità al decesso era più ‘rapido’ per chi non aveva un consumo moderato di bevande alcoliche. Ancora una volta, e a dire il vero un po’ in sordina, viene ribadito il ruolo positivo del bere moderato soprattutto per quanto riguarda la salute cardiovascolare.

Pubblicato da paola baraldi

Fonte scientifica:

Singh-Manoux A et al. Clinical, socioeconomic, and behavioural factors at age 50 years and risk of cardiometabolic multimorbidity and mortality: A cohort study. PLoS Med. 2018 May 21;15(5):e1002571.

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