NASCE LA PRIMA BIRRA SPAZIALE

La bevanda è stata prodotta in Giappone utilizzando orzo coltivato nello spazio

La birra spaziale, risultato di un’audace missione di cinque mesi per coltivare orzo in una zona dove nessuno l’aveva mai fatto, è atterrata in Giappone.

La bevanda è stata prodotta con orzo coltivato nella Stazione spaziale internazionale nel 2006 dal maggiore produttore di birra giapponese in collaborazione con un’università di Okayama e l’Accademia delle Scienze russa. Ma i 100 litri prodotti di questa birra speciale, che ha una gradazione alcolica del 5,5%, non sono in vendita, anche se alcuni fortunati estratti a sorte potranno assaggiarla in occasione di una degustazione organizzata appositamente. Il produttore giapponese è infatti riuscito a ricavare solo 100 litri di questa particolare qualità di orzo, una quota decisamente inferiore ai 630 litri previsti in precedenza.

Lo scopo di questa ricerca, che rientra nel progetto più ampio dell’Università di Okoyama di verificare l’adattabilità e il ciclo di vita delle piante in ambienti spaziali, era di comprendere l’impatto sull’orzo di un ambiente estremo come quello di una stazione spaziale. Dai test effettuati nel 2006 nel modulo russo della Stazione Spaziale Internazionale è emerso che l’orzo in questione può crescere in tale ambiente esattamente come avviene sulla Terra.

Una volta tornati sulla superficie terrestre, i semi sono stati coltivati congiuntamente dall’università di Okayama e dal produttore nipponico. Il cosmonauta Boris Morukov, che ha passato 11 giorni nello spazio, ha detto che l’orzo va ad aggiungersi a frumento, piselli e lattuga, prodotti già coltivati sulla stazione spaziale, e ha sottolineato che in futuro si potrebbe fare uno studio per produrre anche le patate.

Ultimamente in Giappone si vende meno birra e questa bevanda è solitamente esclusa dai menu degli astronauti perché alcolica e gassosa. Ma con la previsione di soggiorni più lunghi su Marte, i menu spaziali potrebbero cambiare, e il professor Manabu Sugimoto dell’Università giapponese Okayama non esclude che in futuro si possano consumare bevande alcoliche anche nello spazio.

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