Uno studio danese dimostra che un paio di bicchieri al giorno sono protettivi per gli under 40. Che modeste quantità di alcol facciano bene è ormai un dato di fatto. Quello che invece risulta ancora poco chiaro è se un paio di bicchieri al giorno possano rappresentare una sana abitudine a tutte le età, non solo per gli adulti. Ad indagare ci hanno pensato alcuni ricercatori danesi del Centre for Alcohol Research che hanno voluto vedere se la moderazione fosse in qualche modo una buona regola da seguire indipendentemente dall’età (1).
Questo perché i più giovani generalmente non sono a rischio cardiovascolare nella stessa misura in cui lo sono gli adulti e gli anziani e, quindi, risulta più complicato assegnare un peso specifico alla protezione offerta dall’alcol. In pratica, la statistica avrebbe le mani legate, proprio perché l’incidenza di malattie coronariche negli uomini sotto i quarant’anni è davvero molto bassa, così come per le donne con meno di cinquant’anni. Ma sapere se anche i più giovani possano trarre beneficio da un consumo moderato di bevande alcoliche si rivela particolarmente cruciale alla luce degli ultimi studi condotti sull’argomento, che rivelano un potere protettivo dell’alcol persino dopo un evento cardiovascolare (2-3). E allora perché non consigliare anche agli under 40 un sano consumo di alcol (quello ispirato alla parsimonia e alla costanza, per intenderci) se questo può fare la differenza nel corso degli anni futuri, tenendo a bada il rischio cardiovascolare? Buoni motivi, almeno in apparenza, non ce ne sono, se non appunto quelli legati al potere statistico delle indagini condotte finora.
Insomma, se gli eventi cardiaci scarseggiano nella fascia più giovane della popolazione, consigliare un consumo moderato di alcol suonerebbe piuttosto arbitrario. Ecco perché l’unica strada possibile è quella che porta dritta al follow-up, che in gergo significa seguire negli anni i partecipanti ad uno studio epidemiologico.
Lo studio
Ed è proprio grazie al follow-up che gli studiosi di Copenaghen sono arrivati a convalidare l’ipotesi che un consumo moderato di alcol possa rappresentare un vantaggio anche per i cuori più giovani.
Sotto la lente dei ricercatori sono finite oltre 200mila persone grazie all’utilizzo di dati provenienti da otto diversi studi prospettici condotti su popolazioni europee e nordamericane. Le informazioni di tutti gli studi sono state raggruppate insieme secondo il metodo statistico della metanalisi, che permette di trattare diverse ricerche come se fossero una sola.
All’inizio dello studio, i soggetti, donne e uomini, non soffrivano di malattie cardiovascolari, diabete o tumori e la fascia di età presa in considerazione comprendeva anche persone con meno di 40 anni. In tutti i gruppi di età gli studiosi hanno osservato una associazione inversa tra consumo moderato di alcol – vino, birra o altri tipi di alcolici – e incidenza di malattie cardiovascolari. Per quanto nel gruppo più giovane la prevalenza di malattie legate al cuore fosse più bassa rispetto alle fasce più anziane, come da previsione, lo studio pubblicato sulla rivista americana Circulation mostra un effetto benefico del bere moderato anche per i giovani.
Non solo. Lo studio rinsalda conoscenze già acquisite da ricerche precedenti, e cioè che i bevitori moderati, sia uomini che donne, risultano più protetti non solo rispetto ai bevitori “pesanti”, ma anche agli astemi. Il loro rischio cardiaco infatti è risultato essere molto inferiore a quello di chi invece preferisce stare completamente alla larga dall’alcol. (1)Hvidtfeldt UA et al., Alcohol intake and risk of coronary heart disease in younger, middle-aged, and older adults, Circulation. 2010 Apr 13;121(14):1589-97
(2)Costanzo S et al., Alcohol consumption and mortality in patients with cardiovascular disease: a meta-analysis, J Am Coll Cardiol. 2010 Mar 30;55(13):1339-47
(3)Costanzo S et al., Cardiovascular and overall mortality risk in relation to alcohol consumption in patients with cardiovascular disease, Circulation. 2010 May 4;121(17):1951-9