La birra sempre più studiata dalla scienza

scienza-ott2014La birra entra  nella sfera di interesse di chi cerca nell’alimentazione fattori in grado di proteggere la nostra salute . Sempre più numerosi sono infatti i ricercatori che la studiano in tutto il mondo anche perché la birra è una delle bevande più antiche e diffuse che accompagna da millenni la vita dell’uomo. Fino a qualche anno fa, però, i riflettori scientifici erano puntati solo sul vino. Merito, o colpa, del paradosso francese che aveva attribuito i benefici cardiovascolari ai polifenoli contenuti nella bevanda. Poi la scienza ha voluto capire se anche  altre bevande alcoliche potessero avere gli stessi effetti positivi.  Le meta-analisi, studi condotti su grandi numeri, hanno dimostrato che il vantaggio per la salute del consumo moderato non era esclusivo del vino, ma anche della birra anch’essa ricca di  composti antiossidanti. Da qui il crescente  interesse scientifico per questa bevanda di cui il recente Simposio internazionale Beer&Health a Bruxelles  è un esempio. Promosso da un Comitato Scientifico di esperti guidato dal ricercatore spagnolo Ramon Estruch, il simposio ha chiamato a raccolta i nomi più noti impegnati a studiare il rapporto tra alimentazione e salute. Simona Costanzo, ricercatrice del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli, ha fatto il punto sugli effetti di vino e birra consumati in moderazione sul rischio cardiovascolare. I suoi dati non solo confermano l’effetto protettivo del bere moderato, ma per la prima volta mostrano anche per il consumo di birra  la classica relazione dose-risposta a forma di “J” verso il rischio vascolare, come quella già riscontrata per il vino. Detto in altre parole, per entrambe le bevande si osserva prima una riduzione nel rischio cardiovascolare con un consumo basso o moderato,  mentre con l’aumento progressivo delle quantità questo vantaggio sparisce, fino a che il rischio diventa addirittura più alto rispetto a quello di un non bevitore (1).Resta da capire se i benefici della birra (come peraltro quelli del vino) siano da attribuire al suo contenuto alcolico oppure a quello antiossidante.  È quello che ha fatto lo studio condotto su animali di laboratorio e presentato da Lina Badimon dell’università di Barcellona, in cui è stato confrontato l’effetto della birra alcolica con quello della birra analcolica sulla riduzione del rischio aterosclerotico indotto da iperlipidemia, una condizione caratterizzata da un’elevata presenza di grassi nel sangue. Stando ai dati spagnoli, sarebbero proprio le proprietà antiossidanti della birra, piuttosto che la presenza di alcol, a conferire una protezione contro questa condizione. (2) Il simposio ha poi sfatato luoghi comuni, come la “beer belly” (letteralmente pancia da birra) secondo il quale il consumo della birra aumenterebbe il grasso addominale. Niente di più arbitrario, secondo gli scienziati che invece evidenziano come un suo consumo moderato non sia associato ad questo fenomeno  probabilmente indotto dall’ingestione di  quantità eccessive.

http://www.beerandhealth.eu/site/index.php

Postato da paola baraldi

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