Il bere moderato riduce il rischio di scompenso cardiaco

Chi beve moderatamente vino o birra rischia meno di ammalarsi di scompenso cardiaco, una patologia oggi molto diffusa e in continuo aumento. A dirlo è il team di ricerca dello studio Moli-sani che ha analizzato i dati relativi ai comportamenti alimentari di oltre 20mila persone residenti nella regione Molise, compresa l’abitudine a consumare bevande alcoliche.

Porta la firma di scienziati italiani lo studio che ha analizzato il rapporto tra consumo moderato di bevande alcoliche e rischio di scompenso cardiaco. Al vaglio del team di ricerca dell’IRCCS Istituto Neuromed di Pozzilli, i dati di oltre 20mila persone reclutate nell’ambito del Progetto Moli-sani, lo studio di coorte che dal 2005 al 2010 ha arruolato 25mila residenti nel Molise con l’obiettivo di indagare i fattori genetici e ambientali che contribuiscono all’insorgenza delle principali patologie croniche del nostro tempo. Tra i suoi punti di forza, lo studio vanta un’ampia indagine alimentare che di fatto consente di analizzare in maniera dettagliata il rapporto tra alimentazione, alcol compreso, e rischio futuro di malattie. Questa volta i ricercatori hanno voluto analizzare la relazione tra consumo di alcol e rischio di scompenso cardiaco e fibrillazione atriale, due patologie per le quali la letteratura ha fornito finora dati contrastanti. Quando il muscolo cardiaco pompa con ridotta efficienza, una minor quantità di sangue fluisce nell’organismo. Questo comporta un minor apporto di ossigeno ai diversi organi e l’accumulo di liquidi in periferia determinando un quadro clinico definito scompenso cardiaco.

La fibrillazione atriale invece è un’alterazione del ritmo cardiaco (aritmia) che parte per vari motivi dagli atri del cuore e può dar origine a complicanze gravi come l’ictus cerebrale. I soggetti, tutti senza alcun segno clinico di fibrillazione atriale o di scompenso cardiaco al momento del reclutamento, sono stati seguiti per un periodo di circa 8 anni, al termine del quale sono stati accertati oltre 900 casi di scompenso cardiaco e circa 500 di fibrillazione atriale. Per coloro che consumavano circa 1 bicchiere e mezzo al giorno di vino o birra, il rischio di scompenso cardiaco era ridotto del 22% rispetto al gruppo di soggetti astemi. La protezione svaniva per quantità di consumo alcolico superiore a 4 drink quotidiani: come per le patologie coronariche ischemiche, anche la relazione tra alcol e rischio di scompenso cardiaco mostra quindi una curva cosiddetta a ‘J’ (in relazione al rischio degli astemi, preso come riferimento, il rischio di scompenso diminuisce a dosi moderate, poi cresce progressivamente all’aumentare delle quantità consumate, fino a indicare un rischio superiore).

Nessun beneficio da parte dell’alcol è stato invece osservato per quanto riguarda il rischio di fibrillazione atriale, un dato in linea con quanto emerge da un altro studio molto recente condotto in una popolazione norvegese (2), in cui si è visto che un consumo moderato di alcol (circa un bicchiere al giorno per le donne e 2 per gli uomini) non si associa al rischio di fibrillazione atriale. Al contrario, quantità eccessive incrementano sensibilmente la possibilità di sviluppare questa patologia nel corso del tempo. Poiché lo scompenso cardiaco è una condizione patologica molto comune e in continuo aumento (si stima che 1 persona su 6 avrà una diagnosi di scompenso durante la vita), la riduzione del suo rischio associata ad un consumo moderato di alcol si rivela di particolare interesse.

Postato da paola baraldi

Fonte Scientifica:

  1. Di Castelnuovo A et al. Moderate Alcohol Consumption Is Associated With Lower Risk for Heart Failure But Not Atrial Fibrillation. JACC Heart Fail. 2017 Oct 4. pii: S2213-1779(17)30601-7.

  2. Gémes K et al. Does Moderate Drinking Increase the Risk of Atrial Fibrillation? The Norwegian HUNT (Nord-Trøndelag Health) Study. J Am Heart Assoc. 2017 Oct 20;6(10). pii: e007094.

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